L'artrosi ai tempi del CoViD-19
Una delle patologie degenerative più frequenti in età adulta è senza dubbio l'artrosi, ed essa con il tempo, senza dubbio alcuno può causare limitazione nei movimenti e peggiorare la qualità di vita delle persone.
In questo post, il Dott. Luca Virgadamo, Fisioterapista, ci descrive appunto questa patologia e i risvolti sociali che essa comporta.
In questo periodo di quarantena le persone che soffrono di artrosi rischiano un peggioramento dei sintomi? Come facciamo a combattere le limitazioni causate da questa patologia?
Innanzitutto, l’artrosi è una patologia degenerativa cronica diffusa, che quindi evolve verso un peggioramento dei sintomi. Si basa su una degenerazione della cartilagine, ma che porta ad un danneggiamento anche dell’osso, della capsula articolare e di strutture al di fuori dell’articolazione. Questo meccanismo causa infiammazione e dolore.
Le articolazioni più frequentemente colpite sono quelle del ginocchio e dell'anca, ma anche della colonna vertebrale e le articolazioni delle mani. Tipicamente i sintomi si manifestano in età avanzata, ma non sempre è così, e la patologia può manifestarsi anche in soggetti giovani.
Colpisce entrambi i sessi, ma dopo i 50 anni le donne sono più soggette, poiché alterazioni ormonali post-menopausa sono un fattore di rischio rilevante. Ci sono diversi fattori di rischio che fanno sì che la cartilagine si consumi e si danneggi maggiormente.
I soggetti più a rischio sono i pazienti sovrappeso o chi esegue lavori usuranti e continuativi, che sovraccaricano maggiormente alcune articolazioni; l’utilizzo di un martello pneumatico è uno degli esempi.
In particolare fattori scatenanti sono:
-Traumi articolari (come la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio);
-Interventi chirurgici (come la rimozione del menisco a livello del ginocchio);
-Il sovraccarico lavorativo o carichi sportivi eccessivi, soprattutto in presenza di predisposizioni individuali. Inoltre, un’articolazione poco stabile o un appoggio asimmetrico del carico sull’articolazione può essere un ulteriore fattore di rischio.
Un fattore rischio fondamentale è inoltre la completa immobilità, se ci si immobilizza, la cartilagine non viene mantenuta correttamente attiva e rischia di atrofizzarsi.
Esistono due tipologie di dolore con cui si manifesta l’artrosi: -Uno è di tipo meccanico, dove la cartilagine viene consumata e i capi ossei dell’articolazione tendono a sfregare tra loro e l’attrito genera dolore. In questo caso si avrà beneficio temporaneo dato dal riposo e dallo scarico del peso. -Un altro tipo è il dolore di tipo infiammatorio, dove è presente un’infiammazione acuta con gonfiore. In questo caso invece si avrà un beneficio col movimento, che aiuta a sgonfiare l’articolazione ed a diminuire il dolore.
Nel punto in cui la cartilagine viene danneggiata e la distanza tra i due capi ossei dell’articolazione si riduce, il nostro corpo prova a rimediare, deponendo nuovo tessuto osseo e provando a colmare il danno creando sporgenze ossee (osteofiti).
E' presente inoltre un indurimento e una retrazione dei tessuti intorno all’articolazione, questo meccanismo causa rigidità e nei casi più avanzati deformazione di tutta la struttura articolare.
Una conseguenza comune dell’artrosi è la riduzione della forza di tutti quei muscoli che circondano l’articolazione, ad esempio, con l'artrosi al ginocchio è comune avere una riduzione della forza del muscolo quadricipite.
Questo effetto è causato dal seguente meccanismo: quando si attiva il muscolo e si muove l’articolazione è necessario forzare una rigidità, questo crea forze di compressione che causano fastidio, di conseguenza le persone affette da artrosi tendono a muovere meno l’articolazione interessata, indebolendo il muscolo.
Immaginiamo ora lo sforzo necessario per una persona anziana nell’alzarsi da una sedia o nel salire le scale se la muscolatura è ulteriormente indebolita.
Inoltre c’è il rischio che l’artrosi, rendendo il movimento più fastidioso, faccia rimanere molte persone a casa, spesso sedute tutto il giorno, in questo modo un isolamento sociale forzato può sfociare in una spirale di solitudine.
Questo aspetto si vede molto nella nostra società, dove può capitare che la famiglia sia frammentata in diverse città e venga un po’ meno il supporto per gli anziani.
Le persone giovani e giovani adulte affette da artrosi, anche con una vita sociale attiva, riportano disagio in relazione a questa patologia, si trovano infatti a rinunciare ad attività all’aria aperta, ad uscite in compagnia. Questi soggetti riferiscono di ad avere difficoltà a spostarsi a causa del dolore alle articolazioni maggiormente soggette al carico, come anca e ginocchio.
A causa della quarantena di questi mesi imposti dall'epidemia CoViD-19, con la conseguente diminuzione degli spostamenti, personalmente, mi trovo a che fare con diverse persone che riportano fastidio e dolori nel momento in cui ritornano a muoversi ed a svolgere attività prolungate fuori casa.
Come porre rimedio a questa situazione? Al momento, i trattamenti non riescono a curare la malattia, però, unitamente a uno stile di vita sano, possono ridurre il dolore e permettere di mantenere più a lungo le attività quotidiane e sportive.
Il trattamento fisioterapico è mirato, in primis, alla prevenzione dell’artrosi.
E' stato verificato che la prevenzione dei fattori di rischio, come obesità e immobilizzazione, riduce il rischio di sviluppare tale malattia. Anche quando il dolore è già presente, è stato verificato che la riduzione del 10% del peso corporeo in persone sovrappeso riduce fino alla metà il dolore al ginocchio.
Un altro obiettivo è quello di contrastate le limitazioni causate da questa malattia: si può partire con un trattamento di rinforzo e allungamento muscolare in piscina, che è facilitato dal fatto che l’acqua aiuta a scaricare parte del proprio peso corporeo. Si possono utilizzare esercizi aerobici, come camminare e andare in bicicletta, che facilitano la lubrificazione dell’articolazione, il mantenimento della forza muscolare e aiutano anche a perdere peso. Il trattamento manuale, effettuato da un fisioterapista, unito all’uso di ghiaccio, aiuta a sentire meno dolore e a migliorare il movimento dell’articolazione, quindi a contrastare la rigidità.
Inoltre, per prevenire cadute accidentali nella popolazione più anziana, consiglio anche di effettuare un training dell’equilibrio. Da un punto di vista farmacologico, antidolorifici e iniezioni di acido ialuronico aiutano a controllare il dolore e ad incrementare la funzionalità.
Nel momento in cui la limitazione funzionale e il dolore raggiungono gradi elevati, e nel caso in cui ci sono i presupposti clinici, si può intraprendere un intervento chirurgico come quello di protesi per ginocchio e anca.
Vi consiglio quindi di chiedere un consulto al vostro fisioterapista, il quale, in accordo con le altre figure medico-sanitarie, vi aiuterà a migliorare il vostro stile di vita.
Autore dell'articolo:
Dott. Luca Virgadamo, Fisioterapista. Laureato presso Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.
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